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Anna
Mazza

Insegnante

Anna Mazza

Mi sono avvicinata allo yoga per pura curiosità, affascinata dalle illustrazioni riportate sui libri. Le posizioni yoga nei primi anni di pratica costituiscono apparentemente delle forme, delle belle figure.

La bellezza e il fascino sono solamente l’espressione esterna del corpo; praticando ho capito che c’è di più. La pratica dello yoga porta bellezza alle cellule, alle fibre, ai tendini, ai muscoli e agli organi. Questa bellezza altro non è che il perfezionamento che si raggiunge attraverso l’esperienza, attraverso un lavoro intenso sul corpo, catturando l’attenzione della mente, maturando consapevolezza in ogni sottile movimento interno ed esterno.

Con la pratica, il processo naturale di degrado viene rallentato. Ad esempio, quando si è nel pieno della vita il torace superiore è più largo di quello mediano e di quello inferiore. Lo scheletro di una persona anziana presenta una contrazione nella parte superiore. Questo dato mi ha portato a capire come l’energia vitale si ritiri, trascinando il corpo verso il basso, “sconfitto” dalla forza di gravità. Col progredire di questo processo, naturalmente, la forza vitale scorre sempre più lentamente, facendo contrarre il corpo, quindi le costole superiori diventano sempre più piccole ecc… accelerando il processo di invecchiamento.

La mia pratica dello yoga è in continua trasformazione, nell’ascolto delle sensazioni vitali interiori, dimenticando il tempo d’azione, nell’ascolto del presente. Nel momento in cui si pensa al tempo durante la pratica, la mente ne approfitta per fuggire via, perdendo, così, la concentrazione. Tutte le volte che il corpo dà segni di cedimento, lo sprono ad appassionarsi al lavoro, stimolando nuove ricerche e aumentando la creatività della mente.

Il “colore” del pensiero modifica l’azione.

Ho sempre il desiderio di praticare per affinare la conoscenza del corpo, migliorando l’ascolto e l’osservazione nel rispetto dei limiti che la fisicità impone. Tutto questo conduce ad una forma di meditazione attiva, in quanto percepita vivamente dentro ad ogni sottile movimento. Molti lo definisco yoga aggressivo; semplicemente richiede voglia di mettersi in gioco, punto indispensabile per partire e maturare una nuova e profonda consapevolezza. Si parte, infatti, dalla grossolana, concreta, rigidità della nostra struttura, aiutati dal respiro. Il corpo pian piano si lascia suddividere in tanti segmenti, per questo i chakra (ruote, centri di energia), possono essere considerati infiniti, fino ad unire il tutto in una fase di rilassamento; si indirizza la mente ad espandersi attraverso tutto il corpo. Educo me stessa: mi ascolto, mi conosco, mi indago, come un ricercatore curioso, mi esploro.


www.yogaurmi.it